Marketing aggressivo: quando le aziende si trasformano in stalker

Immagina questa scena: hai scaricato un’app per curiosità, oppure hai lasciato il tuo numero a un’azienda per ricevere informazioni o hai semplicemente mostrato un po’ di interesse per un servizio ed ecco che… BOOM! Il tuo telefono inizia a squillare e a mostrarti notifiche.
E-mail a valanga, messaggi WhatsApp, chiamate che sembrano non finire mai. Ti senti perseguitato!
A me è successo di recente… e senza nemmeno aver fatto qualcosa per innescare tutto questo. Un’azienda ha visitato il mio profilo Instagram (dove i contatti sono in chiaro, trattandosi di un profilo di lavoro) e ha deciso che ero la sua cliente ideale (mi verrebbe da dire “la vittima ideale”!). Per assicurarsi che io ne fossi al corrente, hanno pensato bene di ricordarmelo ogni giorno, con telefonate, e-mail e messaggi WhatsApp da numeri diversi: non uno, non due, ma tre numeri, uno dei quali gestito da un’intelligenza artificiale.
Nonostante io abbia chiaramente espresso il mio disinteresse, hanno fissato un appuntamento (!) per la “chiacchierata” successiva (e io che credevo che per un appuntamento bisognasse essere d’accordo in due!).
Quando il marketing diventa stalking
Questa esperienza mi ha portato a riflettere su un problema: il marketing aggressivo.
Sappiamo tutti che vendere non è facile e che le aziende devono fare molti sforzi per attirare clienti, ma esiste un confine sottile tra il persuadere e l’assillare e quando lo si supera, si rischia di ottenere l’effetto opposto: allontanare il cliente invece di conquistarlo.
E-mail a raffica, chiamate ripetute, messaggi automatizzati e senz’anima. L’idea di fondo è semplice: bombardare il potenziale cliente fino a quando non cede (magari anche solo per gentilezza!).
C’è un problema in tutto questo: nessuno ama sentirsi in trappola.
I rischi di un approccio troppo aggressivo
Forse stai pensando che una strategia come questa potrebbe portarti dei risultati immediati, ma i rischi sono grandi:
- Reputazione compromessa: un cliente infastidito non è solo un cliente perso, ma anche qualcuno che parlerà male di te!
- Bassa fidelizzazione: chi compra solo perché pressato, difficilmente tornerà (più probabile che in futuro eviti la tua azienda come la peste!)
- Essere bloccati e segnalati: le persone non esiteranno a disiscriversi dalle tue newsletter, a sfruttare filtri antispam e a bloccarti su telefono e WhatsApp. Oltre a questo potrebbero segnalare il tuo profilo e lasciare recensioni negative su servizi per l’identificazione del numero chiamante!
Il marketing aggressivo funziona (altrimenti nessuno lo utilizzerebbe!), ma a quale prezzo?
Spesso i risultati sono temporanei, mentre il danno all’immagine della tua azienda può essere permanente.
Effetto boomerang: lo sapevi?
Una ricerca * ha mostrato che il marketing aggressivo può portare i consumatori a sviluppare sentimenti negativi verso il brand. Circa l’81% dei consumatori ha affermato di aver abbandonato un marchio a causa di pratiche di marketing percepite come troppo invasive o poco affidabili.
Esiste un’alternativa? Sì, ed è più efficace.
Ora prova a pensare al contrario. Ti è mai capitato di essere attratto da un brand non perché ti ha martellato di messaggi, ma perché hai trovato utile un suo contenuto? Magari un articolo ben scritto, un consiglio pratico, una proposta personalizzata pensata proprio per te?
Questa è la differenza tra il marketing aggressivo e il marketing empatico.
Un approccio più umano e strategico può creare fiducia: invece di forzare la vendita, costruisci una relazione con il cliente. Questo può portare ad avere clienti soddisfatti che tornano: se il primo contatto è positivo, la fidelizzazione sarà molto più naturale.
Se pensi che scrivere contenuti coinvolgenti e persuasivi sia facile, ripensaci. Farlo bene richiede strategia ed esperienza!
* “The Relationship Economy 2023”, ricerca di Twilio condotta nel 2023 su 6.050 consumatori di età superiore ai 18 anni e 1.811 esperti di marketing in tutta Europa. Fonte: https://www.twilio.com/en-us/press/releases/relationship-economy-2023#:~:text=Twilio’s%20Relationship%20Economy%20Report%202023,an%20average%20of%204.75%20brands.